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Nasce a Zogno nel 1921. Giovanissimo conosce Klee;
studia incisione all'Accademia Ligustica di Genova e pittura con
G.Novaresio. Nel dopoguerra frequenta Casorati che gli offre la
possibilità di una personale alla galleria del Bosco di Torno nel
1947. Nel 1948 e 1950 espone alla Biennale di Venezia opere di una
forte figurazione espressionista, virata in seguito verso un clima
astratto surreale influenzato da Gorky, con precoce passaggio
strumentale nell'informale. |
Nello stesso 1950 partecipa alla V
Mostra Sindacale alla galleria Rotta di Genova e dal 1952 soggiorna
come borsista a Parigi, Barcellona, New York. Nel 1953 espone il
ciclo della Via Crucis al Centre St. Jacques di Parigi, presentato
con testo autografo. Nel soggiorno americano frequenta i corsi
d'incisione dell'Arts Students League ed elabora ulteriormente il
suo Pop Art ante litteram, già principato nel 1949, con impiego di
collage e di assemblaggi, accanto a Jasper Johns e Rauschenberg.
Rientra nel 1955 ed elabora in una sequenza di dipinti a riporto la
serie di collages Cats are hungry: scritte collegano le varie
regioni dell'opera. Il lavoro presenta temi sociali e una continua
sperimentazione linguistica di affascinante impatto. Dopo
un'esperienza didattica a Genova fa ritorno negli Stati Uniti dove
dirige il Dipartimento di belle arti dell'Università del Tennessee
fino al 1961. Di nuovo in Italia, è invitato nel 1963 da Crispolti
ad 'Aspetti dell'arte contemporanea'; nel 1964 alla Biennale di
Venezia espone il famoso dittico dedicato a Lavoisier, ora alla
Galleria d'arte moderna di Bologna. Ancora a Bologna nel 1965
allestisce un'antologica al Museo Civico presentato da F.Arcangeli e
F.Solmi ed espone il ciclo 'i Diadochi' alla mostra di Solmi 'Il
presente contestato'. Espone al premio Lissone 1967; alla
Quadriennale di Roma del 1972. È stato docente di Tecniche
dell'incisione all'Accademia Ligustica. È presente alla rassegna
sull'arte italiana dagli anni '60 al Castello di Rivoli nel 1985-86.
Ampia antologica al Museo di Villa Croce e a Sant'Agostino in Genova
nel 1986. Prosegue da isolato un lavoro che introduce nella
figurazione una larga componente simbolica e che richiamano Klimt e
Schiele. Inconfondibili, le composizioni dagli acidi toni
allucinati, potenti nella ricca visionarietà, monumentali della
loro strutturazione, aggiornate su un nesso mentale che funge da
cerniera attiva tra il presente e il passato e futuro, espresse con
violenza in linguaggio pittorico di caustica ironia, pongono Fieschi,
autore dalla vastissima quanto profonda cultura, tra i maggiori e più
incisivi artisti del dopoguerra. Selezionato il suo curriculum
espositivo presso gallerie private.
Bibliografia: G.Giubbini (a cura di), Giannetto Fieschi: le forme,
gli oggetti, i miti, catalogo mostra di Genova, Milano 1986. |